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Tacito
De oratoria,5
 
originale
 
[5] "Ego vero" inquit Secundus, "antequam me iudicem Aper recuset, faciam quod probi et moderati iudices solent, ut in iis cognitionibus [se] excusent, in quibus manifestum est alteram apud eos partem gratia praevalere. Quis enim nescit neminem mihi coniunctiorem esse et usu amicitiae et assiduitate contubernii quam Saleium Bassum, cum optimum virum tum absolutissimum poetam? Porro si poetica accusatur, non alium video reum locupletiorem." "Securus sit" inquit Aper "et Saleius Bassus et quisquis alius studium poeticae et carminum gloriam fovet, cum causas agere non possit. Ego enim, quatenus arbitrum litis huius [inveniri], non patiar Maternum societate plurium defendi, sed ipsum solum apud [omnes] arguam, quod natus ad eloquentiam virilem et oratoriam, qua parere simul et tueri amicitias, adsciscere necessitudines, complecti provincias possit, omittit studium, quo non aliud in civitate nostra vel ad utilitatem fructuosius [vel ad voluptatem dulcius] vel ad dignitatem amplius vel ad urbis famam pulchrius vel ad totius imperii atque omnium gentium notitiam inlustrius excogitari potest. Nam si ad utilitatem vitae omnia consilia factaque nostra derigenda sunt, quid est tutius quam eam exercere artem, qua semper armatus praesidium amicis, opem alienis, salutem periclitantibus, invidis vero et inimicis metum et terrorem ultro feras, ipse securus et velut quadam perpetua potentia ac potestate munitus? cuius vis et utilitas rebus prospere fluentibus aliorum perfugio et tutela intellegitur: sin proprium periculum increpuit, non hercule lorica et gladius in acie firmius munimentum quam reo et periclitanti eloquentia, praesidium simul ac telum, quo propugnare pariter et incessere sive in iudicio sive in senatu sive apud principem possis. Quid aliud infestis patribus nuper Eprius Marcellus quam eloquentiam suam opposuit? Qua accinctus et minax disertam quidem, sed inexercitatam et eius modi certaminum rudem Helvidii sapientiam elusit. plura de utilitate non dico, cui parti minime contra dicturum Maternum meum arbitror.
 
traduzione
 
5. ?Ma io,? disse Secondo, ?prima che Apro mi ricusi come giudice, seguir? la pratica normale dei giudici onesti ed equilibrati: astenersi dai processi in cui ? manifesto che una delle due parti gode di maggiori simpatie dell'altra. Chi, infatti, non sa che nessuno mi ? pi? legato, per consuetudine di amicizia e comunanza di vita, di Saleio Basso, non solo il migliore degli uomini, ma anche poeta perfetto? Orbene, se si fa il processo alla poesia, non vedo accusato pi? degno di credito.? ?Lasciamo in pace,? disse Apro, ?Saleio Basso e chiunque altro nutre amore per la poesia e aspira a diventare famoso coi suoi versi, visto che non sa trattare le cause. Io, infatti, dal momento che non si ? riusciti a trovare un arbitro di questa contesa, non accetter? che sia difeso Materno associando a lui altre persone, ma accuser? lui solo davanti a voi tutti, perch? egli, nato all'eloquenza virile, quella dell'oratore, con la quale si possono acquistare a un tempo e conservare amicizie, garantirsi buone relazioni, tenere province sotto la propria ala, egli rinuncia a una professione, di cui nella nostra citt? non se ne pu? immaginare un'altra pi? capace di dare benefici pratici o pi? dolce per le soddisfazioni che offre, o pi? prestigiosa o pi? bella per acquistare rinomanza in Roma o in grado di garantire una reputazione pi? brillante ovunque nell'impero e presso tutti i popoli. In effetti, se le nostre scelte e le nostre azioni devono mirare all'utilit? della vita, cosa c'? di pi? sicuro che esercitare un'arte, grazie alla quale si ha sempre un'arma pronta per proteggere gli amici, aiutare gli estranei, salvare chi ? in pericolo, mentre permette, invece, di portare sgomento e terrore nei malevoli e negli avversari, stando tranquillo al riparo di un potere e di un'autorit? per cos? dire perpetua? E mentre la tua vita scorre felice, l'efficacia e l'utilit? di quest'arte si manifestano nell'offrire rifugio e protezione agli altri; ma se un pericolo minaccia proprio te, allora davvero non armatura n? spada ? pi? salda difesa in battaglia di quanto sia l'eloquenza per un accusato in pericolo, sicura difesa a un tempo e arma d'offesa, che ti consente insieme di stare sulla difensiva e di partire all'attacco o in una corte di giustizia o in senato o di fronte al principe. Cos'altro ha opposto recentemente Eprio Marcello all'ostilit? del senato, se non la propria eloquenza? Agguerrito e minaccioso ha avuto buon gioco della filosofia di Elvidio, capace di parlare ma privo di esercizio e, in scontri del genere, di esperienza. Non mi dilungo sui vantaggi pratici, perch? ritengo che su questo aspetto dell'eloquenza il mio amico Materno non avr? niente da opporre.?
 

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